Che figura è il tarologo?

Disegno di Charlie Comics

La figura del tarologo è una figura ancora da decifrare, in via di sviluppo, poco conosciuta.

Cerchiamo innanzitutto di capire chi sia il tarologo di per sé.

Beh, che sia qualcuno che utilizza le carte dei Tarocchi è abbastanza immediato come concetto.

Sì, è vero, ma ne cambia il suo utilizzo rispetto ad un cartomante.

Prima di tutto si parla di Tarologia e non di cartomanzia.

Qualcuno già sa che la Tarologia non ha nulla a che fare con il futuro, con la divinazione, ma piuttosto è un introspezione, una lettura dell’Inconscio del consultante.

C’è chi ama dire “una lettura psicologica”.

Va bene, questo è un altro concetto base. Ma capiamo bene che tipo di figura sia il tarologo.

Allora vediamo il suo ruolo principale quale è.

Ebbene, il ruolo principale del tarologo è essere un apportatore.

Essere un apportatore? Ma cosa significa? Vuol dire che apporta qualcuno, accompagna qualcuno, da una direzione all’altra, da un punto di partenza a un arrivo.

Amo fare la similitudine del traghetto e del traghettatore.

Il tarologo è come un traghettatore che, con l’utilizzo del traghetto (i Tarocchi), accompagna il passeggero (il consultante) da una riva (la sua domanda) all’altra riva (il responso della lettura).

Ma perché apportatore?

È semplice. Perché si fa carico dei problemi del consultante/passeggero. Lo apporta, accompagnandolo con la massima delicatezza e dedizione, prendendosene cura, perché il consultante possa vivere al meglio il viaggio, al meglio con se stesso e con il tarologo stesso.

Il tarologo apporta anche energia, in una qualche maniera, al consultante.

Sì, perché è tanto il dispendio energetico che viene utilizzato all’interno di una lettura di Tarocchi, che sia di breve o lunga durata.

Questo dispendio energetico in realtà poi diventa uno scambio di energia, perché il benessere del consultante (il passeggero) poi di riflesso viene assorbito anche dal tarologo.

Esatto, ciò che sta dando il tarologo lo sta anche ricevendo.

Qui si aprirebbe una parentesi della fisica quantistica troppo immensa per essere affrontata in poche righe…

Ma è così, energia viene data e energia viene ricevuta.

E vi dirò di più, l’energia ricevuta è maggiore rispetto a quella data.

Per questo spesso il tarologo, durante una circostanza in cui esegue più letture finisce che è adrenalinico, pieno di energia e di vitalità.

Certo, a volte la “ricezione” (se vogliamo usare un termine semplicistico) di energia non è immediata, e quindi il tarologo con anche poche letture si può sentire stanco e sfinito e per quella giornata di Tarocchi non ne vuole più sapere.

Ma se invece lo scambio energetico dovesse essere immediato, come spesso accade, vedrete di che “luce” il tarologo risplenderà alla fine dei consulti.

Bene, ma con questo non è stato risposto effettivamente alla domanda “che figura sia il tarologo”.

Proviamo in poche righe ad analizzare la sua figura.

Il tarologo, nella sua etica, ha una serie di princìpi da seguire. Non me li sono inventati io, si sono sviluppati negli anni mano a mano che la figura del tarologo nasceva, emergeva e si concretizzava. Ora vi mostro i princìpi basilari del tarologo, prendo spunto direttamente dal mio libro Tarologia. L’arte del Tarocco (clicca qui per acquistare il libro).

Questi i princìpi basilari di un tarologo:

  1. Umile servo del Tarocco

  2. Neutralità

  3. Evitare proiezioni

  4. Pazienza

  5. Empatia

  6. Valorizzarsi

  7. Concentrarsi

  8. Non sedurre

  9. Avere uno scopo specifico

  10. Essere sereni con il Tarocco

Ora, in poche righe cerco di riassumerli.

In pratica il tarologo deve avere fatto un lavoro su di sé, perché è ovvio che per poter aiutare una persona bisogna prima di tutto essere stati in grado di aiutare se stessi.

Se non si è aiutato se stessi, difficilmente ne verrà fuori qualcosa di buono.

Ma allora, quando è che un lettore di Tarocchi sente che è il momento giusto per aiutare gli altri con una lettura?

Non c’è una regola specifica, si può iniziare fin da subito ma con la consapevolezza, che se non si è ancora lavorato su di sé, potrebbe “proiettare” i propri problemi sull’altra persona (leggi l’articolo sulle proiezioni “Perché è importante che il tarologo eviti proiezioni?” cliccando qui).

Questo non vuol dire che chi abbia fatto un lavoro su di sé non proietti mai, anzi. Ma, con la sua esperienza, può capire quando sta “sbagliando”, quando sta proiettando e quando invece sta davvero risultando utile all’altra persona.

Proseguiamo nei princìpi basilari del tarologo.

L’umiltà è un altro grande fattore.

L’umiltà azzera l’importanza dell’energia (di nuovo argomenti della fisica quantistica… ma non temere, prima o poi li affronteremo…), ovvero: attraverso l’umiltà io sono automaticamente neutro e mi dedico totalmente al consultante, alla sua importanza (leggi l’articolo “Perché è importante l’umiltà per un tarologo?” cliccando qui).

Con pazienza (leggi l’articolo “Perché è importante che il tarologo abbia molta pazienza?” cliccando qui), e ce ne vuole tanta in certi casi, e empatia (leggi l’articolo “Perché il tarologo deve conoscere l’empatia?” cliccando qui), giusto per creare un’unione momentanea con il consultante, viene effettuata la lettura.

La concentrazione è fondamentale, non è possibile che mentre un consultante parli di sé, spesso “aprendosi”, svelando i propri segreti (a volte anche difficili e “pesanti” da buttare fuori), il tarologo pensi a cosa vorrebbe mangiare in serata oppure che il suo sguardo risulti distolto perso attorno a sé senza più alcuna attenzione.

La Presenza è fondamentale, anche perché ogni singola frase, gesto, e anche ciò che accade attorno, ha un significato a livello simbolico per l’Inconscio (leggi l’articolo sulla Presenza “Perché è importante che il tarologo viva il Presente?” cliccando qui).

Beh, è anche chiaro che il tarologo non può leggere i Tarocchi per sedurre le persone, per mostrare quanto sia bravo e sia bello o per andare a letto con un o una consultante (leggi l’articolo sulla seduzione “Perché è importante che il tarologo non seduca il consultante?” cliccando qui).

Infine, quando si leggono i Tarocchi bisogna avere uno scopo. Ogni persona è fondamentale che abbia almeno uno scopo nella vita; e il tarologo pure, e può combaciare con lo scopo del perché, in generale, legga i Tarocchi (leggi l’articolo sullo scopo “Perché è importante avere uno scopo specifico nell’utilizzo dei Tarocchi?” cliccando qui).

In ogni caso, lo scopo diventa un motore energetico fondamentale affinché il traghetto possa muoversi e viaggiare.

Non sto ad entrare nel dettaglio del cosa si intende con l’essere sereni con il Tarocco, accenno solo che è importante avere un bel rapporto con il proprio mazzo di carte; anche qui, un po’ per questioni di fisica quantistica e un po’ per scaramanzia (leggi l’articolo “Perché il tarologo deve essere sereno nei confronti dei Tarocchi stessi?” cliccando qui).

Ma allora, la figura del tarologo quale è? Come lo si può descrivere in poche parole?

Il tarologo è un essere umano che, con passione, accompagna il consultante nel viaggio della lettura, cercando di lasciargli, anche se a volte pur piccolo, un aiuto concreto nella propria vita.

Un aiutante nei momenti in cui si ha bisogno di supporto e di aiuto.


Vuoi imparare a leggere i Tarocchi?

TAROLOGIA. L’ARTE DEL TAROCCO

il libro che fa per te

 
 
Indietro
Indietro

Perché leggere i Tarocchi ad un festival d’arte di strada può essere importante?

Avanti
Avanti

Perché L’Eremita cammina al contrario?